Il Seicento

Nell’impero dove non tramontava il sole: il Finale spagnolo

Nel maggio 1602, alla morte dell’ultimo marchese Sforza Andrea Del Carretto, un manipolo di soldati spagnoli, inviati dal conte di Fuentes a nome di re Filippo III, prendeva possesso del Finale, che entrava a far parte del grande Impero “dove non tramontava mai il sole”.

Per la corona spagnola il controllo del Finale consentiva collegamenti diretti tra la Penisola iberica e la Lombardia da dove, attraverso i passi alpini, si poteva raggiungere l’Europa continentale.

IL SEICENTO – 1602-1713

Il Finale divenne la “puerta a la mar” del Ducato di Milano, consentendo alle truppe spagnole di raggiungere i turbolenti teatri di guerra delle Fiandre.

Vari ingegneri e architetti militari al servizio della Spagna trasformarono il Finale in una piazzaforte militare, difesa da possenti fortificazioni bastionate.

Sulla costa, Castelfranco si sviluppò intorno al nucleo medievale prolungandosi lungo la dorsale montuosa del Gòttero con i forti dell’Annunziata, di Sant’Antonio e di Legnino.

Mentre sul crinale del Becchignolo sopra Finalborgo fu costruito Castel San Giovanni su progetto dell’architetto lombardo Francesco Prestino.

Non furono invece realizzati i grandiosi progetti, che prevedevano la costruzione di un grande porto a Varigotti o alla foce del Pora.

Nel 1666, quando arrivò nel Finale l’infanta Margherita in viaggio dalla Spagna per raggiungere Vienna dove doveva sposare l’imperatore Leopoldo d’Austria, fu costruito il maestoso arco di Margherita sulla piazza affacciata sul mare alla Marina. Nello stesso anno l’ingegnere Gaspare Beretta costruì in breve tempo la grande strada carrozzabile, che univa il Finale ad Alessandria e che da lui prese il nome.

La controversa dominazione spagnola, se da un lato comportò pesanti oneri fiscali e grandi spese per l’alloggiamento delle truppe, dall’altro segnò l’ascesa di famiglie locali che intesserono fruttuosi rapporti economici con l’amministrazione imperiale.

In questo periodo furono riscostruite in grandiose forme barocche le due grandi basiliche di San Biagio a Finalborgo e di San Giovanni alla Marina.

Intorno al 1365 la Repubblica di Genova costruì un castello a dominio della sottostante Ripa maris, l’attuale Finalmarina, per controllare il Finale e limitare il potere dei marchesi del Carretto. Il nome del castello deriva dal fatto che esso non era soggetto al controllo dei signori locali e non doveva ad essi tributi.
Castel San Giovanni costruito dagli Spagnoli nel Seicento, è caratterizzato da spettacolari mura a tenaglia: dalle sue terrazze si ha una splendida vista su Finalborgo, le valli circostanti e il mare. Perfettamente inserito nel pendio collinare soprastante il Borgo, è raggiungibile in cinque minuti a piedi lungo l’antica Strada Beretta.
La basilica di San Biagio in Finalborgo è una delle più splendide chiese barocche del Ponente ligure per la ricchezza dei suoi marmi e le opere d’arte in essa conservate, come l’originale pulpito in marmo bianco e la balaustra con angeli.

Mappa dal 1602 d.C. – 1713 d.C.