Aree Piaggio

Aree Piaggio

La fabbrica di aeroplani del Finalese

Per contrastare la depressione economica e l’emorragia migratoria che avevano colpito la comunità locale, nel 1900 il Comune di Finalmarina pubblicò un bando per attirare sul territorio imprese capaci di garantire occupazione stabile ad almeno un centinaio di lavoratori, in cambio di contributi e agevolazioni fiscali.

Passarono sei anni prima che il progetto potesse essere realizzato e nel 1906 vennero quindi fondate le “Officine di Finalmarina”, per la produzione di carri ferroviari i cui impianti sono in parte ad oggi ancora presenti nell’ampia area che corre tra la linea costiera, il torrente Pora e il promontorio della Caprazzoppa.

APPROFONDIMENTI – Aree Piaggio

Nel periodo antecedente la Prima guerra mondiale gli stabilimenti rischiarono la chiusura, ma fu tuttavia proprio il conflitto a rilanciare l’impianto finalese che, rilevato nel 1917 dall’imprenditore genovese Rinaldo Piaggio, fu trasformato nel cantiere aeronautico “Piaggio & Comp.” per la produzione e riparazione su licenza di idrovolanti da ricognizione e bombardamento.
Al termine del Primo conflitto mondiale la Piaggio continuò la produzione di aeroplani e di motori aeronautici, avviando inoltre la costruzione su licenza anche alcuni idrovolanti per trasporto passeggeri, come il Dornier Do J “Wal”. Alcuni velivoli rimasero solo disegni, di altri fu costruito un solo prototipo mentre di altri ancora furono realizzati solo pochissimi esemplari.
Durante la Seconda guerra mondiale lo stabilimento fu oggetto di attacchi aeronavali, rimanendo tuttavia in attività nella produzione dei primi esemplari dei noti bombardieri P. 108, la cui linea di montaggio fu in seguito trasferita negli impianti di Pontedera.
L’immediato dopoguerra favorì la ripresa del mercato aeronautico, con la realizzazione da parte della Piaggio di numerosi velivoli di successo internazionale: la fabbrica finalese divenne un affermato e qualificato polo motoristico per il montaggio e la revisione di propulsori a pistoni, turboelica e a reazione come, ad esempio, i Rolls Royce “Viper” montati anche sugli Aermacchi MB 339 delle Frecce Tricolori.
I nuovi equilibri internazionali indotti dal crollo del sistema Comunista tra il 1989 e il 1991 e la contrazione del mercato aeronautico incisero negativamente sulle Industrie Aeronautiche e Meccaniche IAM “Rinaldo Piaggio”, denominazione ormai assunta dal 1964, e la fabbrica finalese attraversò un’alternanza di periodi di crisi e tentativi di rilancio. Seguirono quindi numerosi riassetti industriali e passaggi di proprietà: da IAM “Rinaldo Piaggio” a “Piaggio Aero Industries” e infine “Piaggio Aerospace” nel 2014 quando, il trasferimento della produzione nei nuovi impianti di Villanova d’Albenga, segnò la definitiva chiusura dello stabilimento finalese; gli edifici industriali ormai abbandonati, così come la palazzina degli uffici edificata intorno al 1937-1938 e il grande hangar per idrovolanti costruita in riva al mare nel 1918 furono destinati alla demolizione, e Finale Ligure cessò di essere la città del volo quale fu per un intero secolo.

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