La torre di avvistamento di Varigotti sorge sulla sommità del promontorio, costituito da calcari di Val Tanarello con intercalate quarziti.
Una veduta “a volo d’uccello” eseguita nel 1584 dal cartografo savonese Domenico Revello, su commissione della Repubblica di Genova, testimonia come esistesse già in questo punto una torre antecedente a quella attuale.
Una seconda torre fu ricostruita alla fine del XVI secolo nell’ambito del sistema di sorveglianza e segnalazione realizzato per contrastare le incursioni barbaresche che nel 1568 avevano colpito il Finale e in particolare Varigotti.
Dalla relazione della visita pastorale del vescovo di Savona Pier Francesco Costa risulta come nel 1595 si stesse costruendo “… una fortezza ossia torre in guardia e defensione di questo luogo infestato sin qui da’ corsali barbareschi”.
Il sistema di difesa comprendeva inoltre le torri poste sul Capo di Caprazoppa e su quello di San Donato, entrambe dotate di garitte, integrate dalla grande torre di Vignadonna, alle spalle di Finalmarina, e dalla casa-forte della Colombaia, intorno al 1930 inglobata nella grande villa denominata il Castelletto sul capo omonimo presso Finalpia.
Sulla pendice ovest di Capo Noli, al confine col marchesato del Finale, nel 1582 i Nolesi costruirono la torre di Tueste, o “delle streghe”, che diede luogo a lunghe controversie tra le due comunità.
La torre di Varigotti, con un ingresso sopraelevato raggiungibile tramite una scala in muratura e una piccola finestra ricavata in rottura di muro, interventi databili tra XVIII e XIX secolo.
Nelle sue murature furono riutilizzati elementi in pietra irregolari e laterizi recuperati dalle strutture preesistenti, posti in opera con un abbondante uso di scaglie e frammenti di laterizi legati da abbondante malta, secondo una tecnica costruttiva definita “alla moderna”, adottata per costruzioni successive alla metà del XVI secolo.
Anche gli angoli della torre presentano pietre squadrate di recupero di maggiori dimensioni, riutilizzate in modo irregolare, con alcuni elementi ricollocati in senso verticale e intercalati da parti in mattone.
L’interno della torre è impostato su due piani, quello inferiore coperto da una volta a crociera in pietra, quello superiore da una volta a padiglione. Sui quattro lati della parte sommitale furono ricavate fuciliere in malta e mattoni.
La torre è stata restaurata nel 2023 dalla Soprintendenza delle province di Imperia e Savona, che per motivi di sicurezza ne ha murato l’accesso.
Prima del restauro la torre è stata oggetto di un rilievo fotogrammetrico con laser scanner 3D, che ne ha documentato le lesioni e la situazione originaria.
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